Forza in età evolutiva
FORZA - ETA’ EVOLUTIVA
Allenamento della forza nei bambini,
preadolescenti e adolescenti
INTRODUZIONE
Perché si è sempre sconsigliato
l’allenamento della forza nei bambini…? Esistono degli studi a riguardo…? Quali
le argomentazioni contro…? Qual è lo stato attuale delle ricerche e le linee
guida dell’AAP ( American Academy of Pediatrics )…?
Si è sempre detto che l’allenamento
della forza nei bambini …
- ..non portasse a dei risultati significativi per la mancanza di ormoni androgeni legati allo sviluppo della massa muscolare e, quindi, della forza
- …bloccasse lo sviluppo delle cartilagini di accrescimento e quindi della crescita = ridotto accrescimento staturale del bambino. Affermazione apparentemente suffragata dal fatto che le ossa del bambino sono sì, più elastiche perché povere di calcio, ma per questo meno resistenti alla pressione e al piegamento (Weineck).
- …aumentasse il logorio delle ossa, legamenti ed articolazioni. Sconfessiamo subito questo mito: la funzione mantiene la forma e non il contrario (Klumper 1990).
- In realtà, allenati alla forza tramite allenamenti isometrici, isotonici, isocinetici impiegando attrezzi diversi, pesi liberi e carichi naturali, i bambini hanno dimostrato un aumento di forza ( metanalisi di 28 ricerche condotta da Falk, Tenenbaum, 1996 ). Weineck, tuttavia, sconsiglia l’allenamento isometrico.
- Quanto sono diventati più forti…? Dal 14% al 30% ( Falk, Tenenbaum, 1996 ). Un aumento che si è dimostrato uguale a quello degli adulti sottoposti ad allenamento, ma minore in termini assoluti ( Stratton, 2004 ). Gli studi di Feigenbaum (2007) hanno osservato nei bambini sottoposti ad allenamenti di forza un aumento della stessa dal 30 al 40% (allenamento durato meno di 8 settimane).
- Mancando la base ormonale legata all’ipertrofia, quali altri meccanismi possono giustificare l’incremento di forza nei bambini allenati…? Si ipotizza che il miglioramento sia legato ad un ADATTAMENTO NEUROMUSCOLARE, cioè ad una migliore cooperazione tra sistema nervoso e muscolare ( Blimkie et al 1989; Hassan 1991; Mc Govern 1984; Ramsay et al. 1990; Sailor, Berg 1987; Siegel et al. 1989; Weltman et al.1986 ). Negli adulti, però, gli adattamenti neuromuscolari scompaiono dopo poco tempo dallo stop dell’allenamento.
Anche nei bambini
succede la stessa cosa…?
- Pare di no. Lo testimonia uno studio a lungo termine condotto da Diekmann e Letzelter ( 1986 ). Sono stati creati due gruppi di bambini e bambine tra gli 8 e i 10 anni. Ogni gruppo era formato da 35 soggetti. Un gruppo si allenava in tre fasi alla Leg Press, 2 volte alla settimana per un totale di 12 settimane. L’altro era un gruppo di controllo. Risultato: i bambini allenati mantenevano i risultati ottenuti anche nello stop forzato tra le fasi di allenamento. Morale: anche se non legati ad un aumento della massa muscolare, i risultati di un allenamento di forza nei bambini sono durevoli.
Perché allenare la forza nei
bambini..?
1)
Semplicemente perché l’acquisizione di qualsiasi gesto tecnico richiede una
dose più o meno grande di forza. Questa fase della vita è cruciale
nell’apprendimento motorio. E’ il periodo dagli 8 agli 11 anni, detto “turgor
secondus” ed è considerata l’età d’oro dell’apprendimento motorio, nel quale si
deve acquisire un grande patrimonio di movimenti che condizionerà il bagaglio
motorio a venire. E’ in questa fase che i bambini imparano con disinvoltura
movimenti anche complessi come un doppio salto mortale. Un’adeguata dose di
forza li faciliterà nell’applicazione del gesto. Insomma, il giovane atleta
risulta facilitato nel risolvere compiti complessi in cui sono richiesti
impegni muscolari intensi
2) L’allenamento della
sforza aiuta nello sviluppo dello scheletro ( British Association of
Exercise and Sport-BASES-in “Position of Guidelines for
Resistance Exercise in Young People; Yu et al, 2005 )
3) Previene soprappeso,
traumi e riduce i sintomi di dolori cronici alla schiena ( J.Weineck,
“L’allenamento ottimale”; Jones, 2002- tesi
presentata al John Moores University di Liverpool ). Weineck
riporta che nei primi due anni di scuola i bambini registrano un aumento dei
difetti del portamento di circa il 70% e un aumento del soprappeso dal 3 al
20%.
Curiosità: secondo Ebada, Kruger (2004) l’inizio sistematico di
un allenamento di sollevamento pesi nelle singole nazioni e nei diversi gruppi
di autori oscilla tra i 9 e i 12 anni.
Come allenare i
bambini alla forza…?
1) Con 13-15
ripetizioni (lavoro di Feigenbaum et al 1999, 2001)
2) con 2 allenamenti
settimanali ( Stahler et al.,1995; Steinmann 1990 ). Un solo allenamento è
meno efficace, mentre tre allenamenti non sono più efficaci di due (almeno,
all’inizio dell’allenamento della forza).
3) Weineck, nella
prima età scolare (6-10 anni) suggerisce di allenare la forza solo
attraverso giochi di lotta, di spinta e di trazione o circuit training.
Quest’ultimo asseconda il bisogno infantile di prestazioni di breve durata e
garantisce una buona formazione dell’apparato muscolare. Le stazioni non devono
essere più di 5-7, durare oltre i 20”, con una pausa di 40”e la velocità
di esecuzione il più rapida possibile. Nella seconda età scolare (10-12
anni) l’autore, nell’ambito del rafforzamento generale, propone ancora un
lavoro a carico naturale o con sovraccarichi leggeri (palloni medicinali,
cerchi pesanti, sacchi di sabbia…). Ma anche esercizi con il partner per
allenare muscoli dorsali e addominali e esercizi di appoggio degli arti
superiori (carriola, verticale, palleggiare un pallone…).
Ai fini della performance atletica,
meglio solo allenamento generale della forza o combinare l’allenamento generale
della forza con la pliometria?
Secondo Feigenbaum (2006)
l’allenamento combinato produceva miglioramenti significativi nei test di squat
jump con impiego delle braccia, di salto in lungo da fermo, di corsa a navetta
e di lancio del pallone medicinale. Il gruppo che allenava solo la forza
dimostrava miglioramenti estremamente casuali.. Anche altri studi hano portato
alla conclusione che la forma combinata di forza + pliometria sia la
soluzione vincente per migliorare la performance.
L’allenamento della forza nei
bambini produce particolari masse muscolari?
No, perché “in un muscolo in via di
accrescimento si produce un aumento dei sarcomeri collegati in serie e quindi
un adattamento in lunghezza” (Weineck). Allenare la forza nei bambini
produce un allungamento del mucolo senza che vi corrisponda un aumento della
sezione traversa, cioè della massa muscolare.Il tutto a patto che
l’allenamento sia dinamico (e non isometrico) con ampi movimenti in
allungamento e in accorciamento della muscolatura.
Pesi o corpo libero?
Flanagan et al. (2002) non hanno
riportato alcuna differenza nell’allenare la forza con i due metodi. Né si
evidenziata una differenza significativa nel guadagno di forza (misurata
attraverso il salto verticale e orizzontale) tra chi svolgeva 6-10 RM e chi
svolgeva 15-20 RM (Feigenbaum et al. 2005).
Allenare la forza nei bambini è
pericoloso…?
Esiste un solo Autore che ha
riferito di lesioni epifisarie dopo un allenamento con i pesi ( Gumby et al.,
1982 ), ma che guarivano senza lasciare conseguenze. Comunque si trattava di un
allenamento per il sollevamento pesi con carichi massimali e non di un
allenamento della forza. Nelle varie ricerche a lungo termine sull’allenamento
della forza con i bambini non si fa il minimo accenno a danni per la
salute.Feigembaum et al, nel 2003, ha sottoposto bambini dai 6 ai 12 anni a
test di forza massimi con carichi di 1RM. Nessun trauma rilevato. Byrd et al,
nel 2003, hanno osservato 543 alzate con carichi massimi di giovani sollevatori
di peso. Nessuna traccia di traumi o lesioni.
Anche Fleck e Kraemer (1997, 2005)
non vedono nell’età infantile un impedimento ad allenare la forza con pesi
liberi e macchine. In meno dell’1% degli studi pubblicati vengono citati
traumi di scarsa entità e in nessuno dei lavori esaminati si sono osservati
danni alle cartilagini d’accrescimento.
E a lungo termine…?
Mettiamo allora a confronto le
probabilità di trauma e infortuni i giovani atleti praticanti sport diversi e
vari tipi di allenamento ( Hamil, 1994 )
Quanto si migliora?
Uno studio di Feigenbaum et al.
(1999) riporta un miglioramento del 40% in termini di forza su bambini e
bambine tra i 5 e i 12 anni allenati per 8 settimane alla chest press e leg
extension. L’età tra i 7 e i 10 anni (prima età scolare) è un periodo d’oro per
l’apprendimento motorio, sarebbe utile abbinare l’eventuale allenamento della
forza ad attività coordinative: giochi con la palla, con partner e con attrezzi
e/o anche esercizi ginnici eseguiti in forme complesse, come i circuiti con
vari attrezzi (Mellerowicz et al. 200, 79). Con la 2° età scolare (10-12 anni
le femmine e 10-13 anni i maschi) c’è un ulteriore sviluppo dell’apparato
vestibolare e degli altri analizzatori del movimento e della posizione
migliorando così fluidità e padronanza dei movimenti. Meglio ancora, in questo
periodo, rinforzare l’allenamento delle capacità coordinative rispetto a quelle
condizionali. La forza sarebbe meglio allenarla attraverso esercizi di forza
complessi, senza l’uso di attrezzi (SdS, n.82-Luglio-Settembre 2009). Se in
queste due fasi l’allenamento della forza dà esiti leggermente a favore dei
maschi, tra la pubertà e l’adolescenza ( 12-18/19 anni) la produzione di ormoni
androgeni nei maschi li sottopone ad un significativo miglioramento
nell’allenabilità della forza rispetto alle coetanee. Nella 1° fase puberale (
11/12 fino ai 14 anni) i maschi possono contare su un grosso sviluppo muscolare
e della forza massimale e rapida. Tuttavia Mellerowicz et al. (2000, 79)
sostengono che se nella 1° età puberale l’allenamento della forza e della forza
rapida dovrebbe essere utilizzato solo a certe condizioni, alla fine della
crescita (18/19 anni) forza, velocità, coordinazione e resistenza possono
essere allenati fino quasi ai limiti della capacità di carico degli adulti.
Detto questo durante l’età evolutiva
risulta difficile fare una declinazione dei tempi e modi di allenamento uguale
per tutti dato che la forza cresce e si modifica in modo spontaneo e
irregolare. Inoltre la forza, la crescita e la maturazione influenzano
fortemente le capacità di apprendimento, sia delle abilità motorie, sia delle
tecniche sportive in generale, creando difficoltà e opportunità sul piano della
coordinazione.
La crescita della forza, è bene
sottolineare, non procede parallelamente a quello della statura creando
situazioni di relativo squilibrio. Il massimo gap tra crescita statura/forza
avviene attorno ai 12 anni nelle femmine e ai 14 anni nei maschi. In questo
periodo i maschi possono crescere di 9 cm in un anno e le femmine di 8 cm. Questo
penalizza lo sviluppo della forza in rapporto alla statura.
Età e sesso contano sull’efficacia
dell’allenamento della forza?
Steinmann (1990) in una ricerca
unica nel suo genere nella quale ha esaminato l’influenza dell’età con metodi
statistici ha concluso che non ci sono apprezzabili differenze nel
miglioramento della forza in ragazzini tra gli 11 e i 14 anni sottoposti
all’allenamento di tale capacità. Solo i 14enni hanno dimostrato miglioramenti
più marcati nel miglioramento del salto verticale dopo 8 settimane di
allenamento della forza. Diekmann e Letzelter (1987) hanno dimostrato che
nemmeno il sesso dei soggetti in età evolutiva influenza i miglioramenti
conseguiti dall’allenamento della forza. Secondo altri studi, nemmeno l’età
influenzerebbe l’efficacia degli allenamenti della forza.
Cosa si migliora in età prepuberale…?
Il trend attuale suggerisce
che con un allenamento di forza i soggetti in età prepuberale producono sì,
miglioramenti, ma sostanzialmente per meccanismi di adattamento neuromuscolare
( Feigenbaum 1993; Matos, Winsley 2007). Ninte aumento della massa muscolare,
dunque.
Fry e Shilling nel 2002 pubblicarono
una review su allenamento e risposta ormonale. Se ne concluse che nei soggetti
maschi in prima fase puberale presentavano risposte ormonali all’allenamento
della forza pari a quelle degli adulti, ma bisogna tenere presente che tali
ricerche erano riferite a soggetti praticanti pesistica
I cambiamenti della massa
muscolare nell’età evolutiva
Se alla nascita il bambino ha solo
il 21%-25% di massa muscolare, alla fine della crescita i maschi arrivano ad un
52% di massa muscolare contro un 42% delle coetanee. Le fibre muscolari del
bambino sono più sottili ed elastiche e molto più richhe di acquaL’aumento
della massa muscolare avviene per iperplasia ed ipertrofia. Tradotto, si ha un
aumento sia delle dimensioni (in lunghezza) che del numero dei sarcomeri in
corrispondenza della giunzione muscolo-tendinea.
Nei ragazzi le braccia si sviluppano
il doppio rispetto a quelle delle ragazze, mentre la differenza sugli arti
inferiori è “solo”del 30% (Blimkie, 1998).
Quanto alla tipologia delle fibre
muscolari, se alla nascita prevalgono le fibre veloci, nei primi due anni ci
sarà una loro trasformazione in fibre lente, in una proporzione che rimarrà
costante fino all’età adulta. Solo l’allenamento specifico potrà determinare un
moderato cambiamento tipologico.
La sezione trasversa cresce del
75%nel primo anno di vita, mentre da lì fino all’età adulta crescerà di 4-5
volte nei maschi e di 3,5 volte nelle femmine.
I carichi…
Se alcuni autori non pongono limiti,
pur sottolineando alcune fragilità come i nuclei di ossificazione, altri autori
pongono come limite massimo il 100% del peso corporeo (fino ai 15 anni). Filin
(1980) pone l’asticella del sovraccarico all’altezza del peso corporeo tra i 9
e i 18 anni. Oltre ai 18 anni è possibile raggiungere carichi fino al 120% del
peso corporeo. Il consiglio di usare carichi che non vadano oltre la soglia del
peso corporeo tra i 9 e i 18 anni deriva dalla considerazione che se nella fase
prepuberale e puberale i muscoli hanno caratteristiche di funzionalità pari a
quelle degli adulti, lo scheletro è ancora in evoluzione il che lo rende,
almeno in parte, vulnerabile e comunque non così stabile come i muscoli
(Sperling 1975).
Per completare la preparazione è
necessario affiancare agli esercizi di forza anche esercizi di equilibrio, di
variazione delle tensioni muscolari e esercizi che sviluppino la capacità di
realizzare tensioni elevate prolungate e ripetute in condizioni di crescente
fatica, come negli sport di resistenza alla forza, nei giochi sportivi e negli
sport da combattimento.
Rapporto traumi/ore di pratica
attività
Sport
|
Rischi di danni o lesioni
|
Quanto più pericoloso
dell’allenamento alla forza?
|
Allenamento della forza
|
0,0035 / 100 ore di pratica
|
|
Sollevamenti massimali
|
0,0017 / 10 ore di pratica
|
|
Calcio
|
6,20 / 1 ora di pratica
|
1500 volte più pericoloso
|
Basket
|
1,03 / 1 ora di pratica
|
800 volte
|
Un programma corretto di
allenamento della forza non ha effetti negativi sulla crescita lineare, sulle
cartilagini d’accrescimento e il sistema cardiocircolatorio
( US Consumer Product Safety
Commissions National Electronic Iniury Surveillance System, sistema di
controllo per la sicurezza dei prodotti di consumo che raccoglie dati sui
danni e lesioni di pesi liberi, macchine, tubi e fasce elastiche in 1000
pronto soccorso ). Sul totale degli infortuni registrati per tutte le
attività sportive tra il 1978 e il 1998, solo lo 0,7% proviene da attività
sportive con sovraccarichi, mentre i giochi sportivi coprono oltre il 35%
degli infortuni. Inoltre la maggior parte degli incidenti riferiti durante
allenamenti di forza sono avvenuti in ambiente domestico o per una cattiva
utilizzazione di macchine o pesi liberi (Guy, Micheli 2001). In ogni caso le
linee guida sull’allenamento della forza dell’American Academy of Pediatrics
sconsiglia l’uso di carichi massimali (AAA, 2007).
Inoltre i pochi dati disponibili
indicano che l’allenamento con i sovraccarichi porta ad un aumento delle
IGF-1 e che non vi sono effetti negativi sulla crescita (Blimkie, 1993).
Infine, quando l’allenamento è
supervisionato da un istruttore esperto non sono stati riportati danni, in
particolare alle cartilagini di accrescimento (Behm et al., 2008)
|
Quando iniziare quale sport…?
Età
|
Sport
|
Fino a 7 anni
|
Sport con componente piuttosto
tecnica
(sport e discipline
tecnico-compensatorie)
|
7-9 anni
|
Sport a dominante coordinativo-condizionale
(nuoto, gare multiple di atletica
leggera, badminton, pallavolo…)
|
9-11 anni
|
Sport a dominanza
condizionale-coordinativa
(corsa, ciclismo, triathlon,
scherma, pallamano)
|
11-13 anni
|
Sport di forza/resistenza alla
forza
(canottaggio, lanci dell’atletica
leggera…)
|
Frohner, Tronick (2007, 12)
Stiffness* e Riflesso da stiramento:
un paragone bambini-adulti
Lo studio di Lambertz et al. (2003)
ha coinvolto 46 bambini e bambine in età prepuberale tra i 7 e i 10 anni. Ecco
i risultati:
·
Il riflesso da stiramento e la stiffness aumentano con l’età
·
I tendini diventano più stiff (rigidi) con l’età
·
La stiffness aumenta con la forza
Il rifl. da stiramento e la stiffness sono inferiori che
nell’adulto probabilmente a causa della minore
stiffness muscolo-tendinea (studiato nella prestazione di salto-Grosset et al.2007)
Non a caso già Bosco (1982) e Komi
(1973) avevano notato una ridotta capacità dei bambini di tollerare alti
carichi pliometrici, mentre già tra i 10 e i 15 anni tale capacità è superiore.
Infatti i bambini sviluppano una performance pliometrica inferiore, in
proporzioe, alla loro forza massima. La loro capacità pliometrica è
proporzionalmente inferiore anche a quella degli adulti al punto che la loro
forza eccentrica massimale risulta essere inferiore alla forza concentrica
massimale. Mentre negli adulti la forza ecentrica massimale supera del 30-50%
quella concentrica massimale.
Come mai? Probabilmente per
l’incompleto sviluppo del sistema nervoso e dall’esigenza di proteggere un
apparto locomotore e di sostegno ancora fragile. Il bambino ha una soglia di
attivazione degli organi Tendinei del Golgi precoce rispetto all’adulto.
Risultao: le inibizioni vincono sulle attivazioni. Idem negli anziani, a causa
di una regressione funzionale (Bosco, 1980).
Già a 12-13 anni i ragazzini hanno
evidenziato, però, una buona sensibilità all’allenamento pliometrico.
*Stiffness= durezza muscolare. Una maggiore s.
migliora la trasmissione della forza. La s. deve essere in equilibrio
con la compliance, cioè l’elasticità del muscolo, in modo tale da
accumulare tutta l’energia elastica possibile.
Performance ed età prepuberale:
nessuna differenza tra maschi e femmine?
Anche se la tempesta ormonale tipica
della pubertà non ha ancora messo un solco netto tra maschi e femmine e fermo
restando che tra i 9 e gli 11 anni i livelli di composizione corporea e
di forza massima tra i due sessi sono sostanzialmente uguali, pare che in
questo periodo i maschi si distinguano già nelle attività di potenza come i
test di salto verticale e di salto in lungo da fermo (MacKay, 2005).
LINEE GUIDA DELL’AAP
(AMERICAN ACADEMY OF PEDIATRICS-“Strenght Training by Children and
Adolescents”, PEDIATRICS, 121, 2008, 835-840)
·
Allenare la forza 2-3 volte a settimana
·
20-30 minuti per ogni allenamento
·
8-15 ripetizioni per set (carichi dal 30% al 60% di 1 RM, Faigenbaum 2008)
· 1-3 set per
esercizio Aumentare il carico quando il bambino è in grado di eseguire
correttamente 15 ripetizioni ( Willmore e Costill, 2005 ) con incrementi del
10%
· Allenarsi per
almeno 8 settimane
· Allenare tutti i
gruppi muscolari, anche quelli del tronco con un occhio di riguardo a dorsali e
addominali
· Lavorare nel
massimo ROM
· Non iniziare
l’allenamento della forza prima dei 6-8 anni perché solo allora inizia l’età
d’oro dell’apprendimento motorio e l’equilibrio e il controllo posturale del
bambino raggiungono una maturità pari a quella di un adulto
· Privilegiare i
pesi liberi, sia perchè le macchine sono tarate su misure adulte, sia per il
maggior controllo dell’equilibrio che impongono questi attrezzi
· Per il limitato
numero di ricerche, l’AAP si oppone però alle alzate di potenza, al body
building o all’uso di carichi massimali ( 1RM )
· Mantenere bassi
carichi e ripetizioni ( 10-15 rip ) quando teoricamente se ne potrebbero
eseguire 20 o più. Il lavoro ad esaurimento o con contrazioni eccentriche
è sconsigliato perché pericoloso ( “ Fitness&Sport”, n.1/2010 )
· Per rispettare
quanto detto sopra è sufficiente aumentare di ½ kh – 1 kg a settimana
· Si può iniziare
con un solo set. Quando si è in grado di eseguire 10 ripetizioni in modo
corretto possiamo aumentare prima il n. delle ripetizioni, portandole
gradualmente a 15, quindi tornare a 10 aumentando il carico. L’obiettivo è
quello di arrivare ad eseguire in modo corretto le 15 rip. Con un peso maggiore
rispetto all’inizio. Raggiunto questo non bisogna aumentare né il peso, né le
ripetizioni, ma il numero di set ( due o tre al massimo ).
· Portare gli
allenamenti a più di 4 a settimana non aumenta I benefici, ma solo il rischio
di traumi
· Per la sicurezza
del bambino è necessaria un’accurata assistenzae tecnica d’esecuzione. Il rapporto
istruttore-bambini non deve essere superiore a 1:10
· Combinare
l’allenamento della forza con uno di allenamento aerobico se l’obbiettivo è il
miglioramento della salute
· Controindicazioni
all’allenamento della forza nei bambini : ipertensione non controllata,
epilessia, storia di tumori infantili e chemioterapia
· Consultare un
medico in caso di patologie cardiache congenite ( cardiomiopatie, ipertensione
polmonare arteriosa o sindrome di Marfan )
I benefici dell’allenamento della
forza nei bambini
- Migliora l’efficienza cardiovascolare
- La composizione corporea (sulla massa grassa l’effetto è evidente negli adolescenti, nullo o quasi nei bambini in età prepuberale, Feigenbaum 1996,69)
- La densità ossea ( Fleck, Kraemer 1997)
La fase più sensible per influire sulla densità ossea
è quella prepuberale, cioè tra gli 10 e i 12 anni circa (Mc Kelvie, 2002)
- Il profilo dei lipidi ematici
- La salute mentale
Yu et al. (2005,667)hanno ottenuto benefici sia sulla
composizione corporea che sulla densità minerale ossea anche su bambini in età
prepuberale in sovrappeso o obesi.
Esempio di progressione
Settimana 1
|
1 x 10
|
1 kg
|
Settimana 2
|
1 x 12
|
1 kg
|
Settimana 3
|
1 x 15
|
1 kg
|
Settimana 4
|
1 x 10
|
1,5 kg
|
Settimana 5
|
1 x 12
|
1,5 kg
|
Settimana 6
|
1 x 15
|
1,5 kg
|
Settimana 7
|
2 x 10
|
1 kg
|
Settimana 8
|
2 x 12
|
1 kg
|
Settimana 9
|
2 x 15
|
1 kg
|
Settimana 10
|
2 x 10
|
1,5 kg
|
Approccio e progressione
Prima unità di allenamento
|
Una sola serie con sovraccarico
scarso, da permettere 12-15 rip.
|
Prime 3-4 settimane
|
Da concepire come fase di
apprendimento, preferendo all’inizio esercizi parziali per alcune parti del
corpo
|
Dopo 4-5 settimane
|
Inserire la vera fase iniziale del
programma di allenamento pianificato
|
Quanti esercizi?
|
6-8
|
Quali muscoli privilegiare?
|
Allenare prima i gruppi muscolari
principali, soprattutto gli stabilizzatori del tronco (es., retti e obliqui,
estensori del dorso…) e delle articolazioni (cuffia dei rotatori)
|
Velocità di esecuzione e modalità
di lavoro
|
1-2 secondi in concentrica, 2-3
secondi in eccentrica
Solo esecuzioni dinamiche, non
isometriche
|
Dopo quanto tempo i miglioramenti
evidenti?
|
8 settimane
|
Come condurre un allenamento di forza in età evolutiva con obiettivo salute
Riscaldamento
|
5-10’ al rematore, crosstrainer
perché coinvolgono tutto il corpo
|
Ripetizioni
|
10-15 (minimo 6, max 25) secondo
la fase di allenamento e l’obiettivo (8-12=costruzione muscolare, 15-20=
resistenza alla forza, 6-8=forza rapida)
|
Interruzioni del carico
|
Non portare mai fino
all’esaurimento, ma con un margine di 2-3 ripetizioni supplementari
|
Set
|
2-3 per esercizio
|
Esercizi
|
6-8
|
Frequenza
|
2 a settimana
|
Durata
|
6-8 settimane (minimo 4, massimo
12)
|
Ripetizione del ciclo
|
Minimo 2 all’anno
|
N.B.: Incrementare prima il volume
(ripetizioni, esercizi, frequenza d’allenamento), poi l’intensità (Feigenmbaun
1993).
Fleck, Kraemer (1997): esercizi, set
e ripetizioni di un allenamento della forza alle macchine con bambini
Esercizio
|
Set e ripetizioni
|
Squat o leg press
|
3 x 10-15
|
Bench press
|
3 x 10
|
Leg curl
|
3 x 10
|
Arm curl
|
3 x 10
|
Leg extension
|
3 x 10
|
Shoulder press
|
3 x 10-15
|
Sit up
|
3 x 15-20
|
Back extension
|
3 x 10-15
|
Fleck, Kraemer (1997): variabili
sulla periodizzazione
Obiettivo
|
Set e rip.
|
Base
|
3 x 10-15
|
Forza
|
3 x 6-10
|
Forza rapida
|
2-3 x 6-9
|
Forza massima
|
1-2 x 6-8
|
Periodizzazione dell’allenamento con atleti in età prepuberale
(modificato da Fleck, Kaemer 2004)
Tratto da SdS n.84, Gennaio-Marzo
2010-04-25
Ciclo allenamento
|
Numero set per esercizio
|
Ripetizioni
|
Intensità
|
Durata del ciclo
(in settimane)
|
Base
(resistenza alla forza)
|
1-3
|
10-15
|
< 70% 1RM
|
6
|
Strenght
(costruzione muscolare)
|
1-3
|
6-10
|
70-85% 1RM
|
6
|
Power
(forza rapida)
|
2-3
|
6-8
|
< 60% 1RM*
|
6
|
Peak
(forza massima)
|
1-2
|
6-8
|
< 80-85% 1RM
|
6
|
Active resting
(recupero attivo) Attività sportive di scarsa
intensità; metodi di rigenerazione
|
* esplosivo
Gli sport specifici che migliorano la massa e la
densità ossea:
·
Ginnastica artistica
·
Corsa
·
Tennis
·
Hockey su ghiaccio
·
Pesistica
Gli autori che propongono questo
rapporto tra sport-specifico e aumento di massa e densità ossea sono:
Bruggemann, Krahl 2000; Burrows 2007; Cohen et al. 1995; Conroy et al. 1993;
Kemmler et al. 2003; Pettersson et al. 1999; Ryan et al. 2004; Stone 1992;
Zernocke, Loitz 1992. Inoltre Burrows (2007) sostiene che soprattutto durante
l’infanzia e l’adolescenza l’osso disponga di grandi capacità di adattamento ai
carichi. Suffraga questa affermazione la review di Ondragik, Morgan (2007)
condotta su studi che allenavano alla forza bambini dai 7 ai 12 anni per 7-9
mesi, 3 volte la settimana. Risultato: significativo aumento sia dei minerali
nelle ossa che della densità ossea del tratto lombare e del femore. Stabilendo
un preciso asse tra 1) elevati livelli di attività fisica 2)
assunzione di calcio 3) elevata BMD (Bone Mineral Density) in
soggetti in età evolutiva.
Conry et al., nel 1993, misero a
confronto la densità ossea delle vertebre lombari (L1-L4) e delle epifisi
prossiali del femore tra 12 pesisti di 17 anni circa e 11 ragazzi della stessa
età non praticanti questo sport. I pesisti mostrarono una densità ossea dei
tratti scheletrici esaminati significativamente superiore a quella dei coetanei
del gruppo di controllo.
Sulla maggiore mineralizzazione
delle ossa dei bambini sottoposti ad allenamneto di forza gli studi sono pochi
ed è difficile scorporare nei risultati i miglioramenti legati all’allenamento
rispetto a quelli legati ai processi di sviluppo.
Importante l’affermazione di Fleck
e Kraemer (1997): “E’ importante notare che sebbene nei bambini di tutte le
età non si possano produrre aumenti delle dimensioni dei muscoli, molti altri
cambiamenti nel muscolo, nei nervi e nel tessuto connettivo dei bambini fanno
pensare che vi sia un incremento ella qualità del tessuto muscolare e
dell’unità neuromuscolare. Cambiamenti nelle proteine muscolari (forme di
miosina), nei pattern di reclutamento e nel tessuto connettivo possono
contribuire al miglioramento della forza, della prestazione sportiva e della
prestazione degli infortuni”.
Da notare anche Mersch (1987)
che, nello studio sui gemelli monozigoti (8,8-11,2 anni) concluse che i
miglioramenti della massa muscolare erano attribuibili sì, al normale sviluppo,
ma anche all’allenamento. Anche in assenza dell’influenza del testosterone,
praticamente assente a questa età.
Autore
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Età e tipologia soggetti
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Tipo, durata e frequenza di
allenamento
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Conclusioni
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Mersh
1987
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8,8-11,2 anni
3 coppie di gemelli monozigoti
maschi
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Forza
9 settimane
6 allenamenti settimanali
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Nessun effetto negativo sullo
sviluppo di statura e peso
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Pheng
1998
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11,2 anni
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Forza
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Adattamenti positivi sullo
sviluppo corporeo con una crescita media del gruppo di allenamento superiore
a quella del gruppo di controllo
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Dudziak
1980
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Forza con bilancieri
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Nessuna azione inibitoria sulla
crescita
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Giovani atleti: quali esercizi
Attrezzi
Premesso che durante l’età evolutiva
l’incremento della forza è attribuibile soprattutto alla componente
neuromuscolare, il suo allenamento con sovraccarichi passa prima attraverso (
Zatsiorsky, Kraemer 2008) esercizi monoarticolari, pluriarticolari, con
macchine, con pesi liberi, con pesi liberi e che chiedono l’attivazione di
tutto il corpo per essere sollevati e, infine, con pesi liberi che chiedono
l’attivazione di tutto il corpo e il raggiungimento di potenze elevate (girata
al petto, strappo, slancio…).
Studi controllati hanno stabilito
che, dopo adeguata preparazione, il rischio con gli esercizi olimpici è basso.
Giovani atleti e allenamento della
forza: programmi generali o specifici?
Entrambi hanno portato
miglioramenti, ma soprattutto gli esercizi specifici per la fora, attinenti al
gesto tecnico. Gli studi più attendibili in tal senso sono stati fatti tra
giovani nuotatoti (Bulgakova et coll 1990, dimostrarono come fosse più efficace
un allenamento specifico per la forza di giovani nuotatori con resistenze
elastiche in acqua rispetto ad un allenamento aspecifico della forza con
macchine a secco).
Quali sport hanno dimostrato maggior
benefici dopo l’allenamento della forza? In che misura?
Sport di lancio, getto e salto.
Miglioramenti dal 10 al 13%
E i benefici nei giochi sportivi?
Ebbene, in questo caso gli studi
sono troppo pochi e metodologicamente dubbi per trarre delle conclusioni certe.
Un motivo sopra tutti per allenare
la forza
Creare la capacità di carico necessaria
a sostenere meglio sia gli allenamenti che le gare (Mester et al 2009).
Senza trascurare, per i bambini non agonisti, che l’allenamento della forza è un utilissimo strumento preventivo del soprappeso, di difetti posturali e di traumi (Weineck).
Senza trascurare, per i bambini non agonisti, che l’allenamento della forza è un utilissimo strumento preventivo del soprappeso, di difetti posturali e di traumi (Weineck).
Pliometria
In soggetti in età evolutiva e non
allenati i lavori pliometrici non hanno dato benefici migliori rispetto
al lavoro con resistenze di vario tipo (studio di Lephart et al. 2005, su
ragazze 14enni.
Il lavoro pliometrico dà risultati
in soggetti già allenati con quali pare siano sufficienti non più di 10
ripetizioni di pliometria ad alta intensità. Kotzamanindis (2006) ha dimostrato
che in bambini di 10-11 anni da 60 a 100 salti pliometrici per seduta sono
sufficienti a m
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