Sei ragioni del perché l'allenamento aerobico é controproduttivo
Come
Preparatore Atletico e Personal Trainer per molti anni, ho avuto la
possibilità di vedere parecchi entusiasti nel mondo del fitness
allenarsi in differenti palestre, in diverse nazioni europee. In ogni
palestra o centro di fitness, la cosa che ho notato é come le stesse
persone effettuano gli stessi allenamenti mese dopo mese, anno dopo
anno. La cosa sorprendente é
che queste persone continuano ad avere lo stesso fisico, hanno lo stesso
atletismo o a pensarci bene sono peggiorate! Questo é specialmente vero
con persone che svolgono allenamenti di tipo aerobico continuativo o
per essere piú specifici condizionamento aerobico a bassa intensità,
utilizzando le attrezzature cardiovascolari o frequentando i corsi
nell'apposita sala della palestra. La cosa triste é che queste persone
pensano di fare tutto ció che é necessario per raggiungere i risultati
che stanno cercando. Sono rassegnati al fatto che cosí vanno le cose e
non vi é nulla che si possa fare per correggere le proprie mancanze. Se
chiedessi a queste persone cosa vorrebbero ottenere dai loro
allenamenti, la risposta numero 1 sarebbe "ridurre la percentuale di
grasso".
Quando mi viene chiesto cosa é necessario fare per apparire "piú fit", la prima domanda che faccio é: "Da quanto tempo lei sta seguendo il suo programma di allenamento?" La risposta che normalmente ricevo é "un numero di mesi tra 2 e 8". Il tipico programma che seguono é 2-3 volte a settimana una routine di allenamento generalmente in stile bodybuilding, seduti in macchine isotoniche che isolano gruppi muscolari e 30 - 60 minuti di allenamento aerobico continuativo, 3 - 5 volte a settimana.
Gli specialisti affermano che non é un buon approccio per una persona che cerca di raggiungere dei risultati. Il mondialmente famoso preparatore atletico e fitness guru, Charles Poliquin ha identificato 6 ragioni del perché l'allenamento aerobico continuativo é controproduttivo per ridurre il tessuto adiposo.
Quando mi viene chiesto cosa é necessario fare per apparire "piú fit", la prima domanda che faccio é: "Da quanto tempo lei sta seguendo il suo programma di allenamento?" La risposta che normalmente ricevo é "un numero di mesi tra 2 e 8". Il tipico programma che seguono é 2-3 volte a settimana una routine di allenamento generalmente in stile bodybuilding, seduti in macchine isotoniche che isolano gruppi muscolari e 30 - 60 minuti di allenamento aerobico continuativo, 3 - 5 volte a settimana.
Gli specialisti affermano che non é un buon approccio per una persona che cerca di raggiungere dei risultati. Il mondialmente famoso preparatore atletico e fitness guru, Charles Poliquin ha identificato 6 ragioni del perché l'allenamento aerobico continuativo é controproduttivo per ridurre il tessuto adiposo.
Ragione 1
L'allenamento
aerobico raggiunge plateau dopo 8 settimane di allenamento, quindi
qualunque programma OLTRE questo periodo di tempo é controproducente.
Questa
affermazione dovrebbe "aprire gli occhi" per la maggior parte delle
persone che immediatamente realizza che sta perdendo il suo tempo da
parecchio. Per riportare un'affermazione di Charles, "usando questi
princìpi in preparazione alle Olimpiadi di Torino nel 2006, il team di
Sci di Discesa superó il team di Sci di Fondo in punteggi di capacità
aerobica come misurato dai laboratori dell'Università di Boston".
Ragione 2
L'allenamento aerobico riduce la potenza localmente e sistematicamente, in altre parole si diventa piú lenti.
Se
si é un atleta professionista o non, che partecipa in sport di squadra
che richiedono velocità e abilità di salto, questa é la ultima cosa che
si vuole da un programma di allenamento cardiovascolare (sono sicuro che
in Italia e in Europa in generale, vi sono ancora molti atleti
professionisti e preparatori atletici che fanno correre i loro atleti
per vari chilometri, pensando di aumentare la resistenza cardiovascolare). Coach Poliquin aggiunge che "PIÙ allenamento aerobico per
gli arti inferiori si fa, piú l'elevazione nel saltare si riduce, piú
la potenza nei lanci esplosivi con la palla medica peggiorano".
Ragione 3
L'allenamento aerobico aumenta lo stress ossidativo che accelera i processi di invecchiamento.
Secondo l'endocrinologa Dr. Diana Schwarzbein (autrice del Secondo Principio Schwarzbein), "l'ossidazione" é un processo che favorisce la formazione di radicali liberi nel corpo. Normalmente il corpo neutralizza i radicali liberi con sostanze conosciute come antiossidanti. Solo in presenza di una eccessiva produzione di radicali liberi, il corpo non é in grado di neutralizzare tutti i radicali liberi. Questo ha come conseguenza ALTERAZIONI nel metabolismo che accelera come conseguenza, i processi di invecchiamento.
Secondo l'endocrinologa Dr. Diana Schwarzbein (autrice del Secondo Principio Schwarzbein), "l'ossidazione" é un processo che favorisce la formazione di radicali liberi nel corpo. Normalmente il corpo neutralizza i radicali liberi con sostanze conosciute come antiossidanti. Solo in presenza di una eccessiva produzione di radicali liberi, il corpo non é in grado di neutralizzare tutti i radicali liberi. Questo ha come conseguenza ALTERAZIONI nel metabolismo che accelera come conseguenza, i processi di invecchiamento.
Ragione 4
L'allenamento aerobico aumenta lo stress delle ghiandole adrenali che PUÓ avere come conseguenza il SOVRAPPESO e produrre altre conseguenze indesiderabili per la salute.
Secondo il Dr. James Wilson (autore di Fatica Adrenale - La Sindrome di Stress del 21 Secolo), "le giandole adrenali hanno la funzione di produrre ogni minuto, una quantità precisa e bilanciata di ormoni". Quando una persona fa troppo esercizio di tipo aerobico continuativo, le ghiandole adrenali possono alterarsi e possono avere come conseguenza la fatica adrenale. La fatica adrenale é associata a sintomi come: stanchezza, senso di paura, allergia, indebolimento del sistema immunitario, artrite, ansia, depressione, fatica cronica, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, insonnia e piú importante in relazione a questo articolo, la inabilità di perdere peso.
Secondo il Dr. James Wilson (autore di Fatica Adrenale - La Sindrome di Stress del 21 Secolo), "le giandole adrenali hanno la funzione di produrre ogni minuto, una quantità precisa e bilanciata di ormoni". Quando una persona fa troppo esercizio di tipo aerobico continuativo, le ghiandole adrenali possono alterarsi e possono avere come conseguenza la fatica adrenale. La fatica adrenale é associata a sintomi come: stanchezza, senso di paura, allergia, indebolimento del sistema immunitario, artrite, ansia, depressione, fatica cronica, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, insonnia e piú importante in relazione a questo articolo, la inabilità di perdere peso.
Ragione 5
L'allenamento aerobico aumenta la percentuale di grasso in persone stressate, contribendo ad aggiungere ulteriore stress.
Se una persona sta passando un periodo di forte stress, aggiungendo ulteriore "stress" attraverso allenamento aerobico continuativo, si aggiungerà altro tessuto adiposo rendendo difficile ottenere i risultati desiderati.
Se una persona sta passando un periodo di forte stress, aggiungendo ulteriore "stress" attraverso allenamento aerobico continuativo, si aggiungerà altro tessuto adiposo rendendo difficile ottenere i risultati desiderati.
Ragione 6
L'allenamento aerobico peggiora la relazione testosterone/cortisolo che impedisce l'abilità di aumentare la massa muscolare e di perdere grasso.
Coach Polquin afferma che l’allenamento aerobico continuativo è basicamente "castrazione indotta attraverso l'esercizio fisico!"
Ho
dato sei ragioni del perché l'allenamento aerobico continuativo é
controproduttivo per l'allenamento. Il mio scopo con questo articolo, é
di delineare una popolazione che crede vi sia una sola maniera di
allenare il sistema cardiovascolare ai fini di ridurre la percentuale di
grasso.
Con
questa tabella qui di seguito, é mia intenzione provvedere una
strategia aternativa per l'allenamento del sistema cardiovascolare molto
piú efficace e che richiede meno tempo per essere completata.Comparazione tra allenamento anaerobico e aerobico
Comparazione tra allenamento anaerobico e aerobico
| ||
Anaerobico
|
Aerobico
| |
Aumentare velocità, forza e potenza
|
SI
|
NO
|
Migliorare il benessere del sistema respiratorio
|
SI
|
SI
|
Ridurre tessuto adiposo
|
SI
|
SI
|
Ridurre la massa muscolare
|
NO
|
SI
|
Aiuto nelle prestazioni in tutti gli sport
|
SI
|
NO
|
Sviluppo di capacità aerobica
|
SI
|
SI
|
Sviluppo di capacità anaerobica
|
SI
|
NO
|
La questione della percentuale di grasso
Spesso
chiedo ai miei clienti "chi ha meno percentuale di grasso, uno Sprinter
che corre I 100 metri o un Maratoneta che corre per 42 Chilometri?" La
risposta che ricevo sempre é "un maratoneta".
La risposta corretta comunque, é uno Sprinter! (in 18 anni, solo due persone che io ricordi hanno risposto a questa domanda in maniera corretta!). Si puó capire perché alle persone a cui é stato ripetutamente detto che per ridurre il tessuto adiposo é necessario allenamento aerobico continuativo, pensino in questo modo. Gli sprinter fanno praticamente ZERO allenamento aerobico continuativo, eppure hanno meno percentuale di grasso. Come é possibile? La ragione é da riconoscersi nell'intensa natura dell'allenamento. Piú alta é l'intensità (con intensità si intende la capacità di Massime Pulsazioni del Cuore), piú calorie si consumano al minuto. Inoltre e piú importante, il metabolismo rimane accellerato per 24-48 ore dopo l'allenamento!
La risposta corretta comunque, é uno Sprinter! (in 18 anni, solo due persone che io ricordi hanno risposto a questa domanda in maniera corretta!). Si puó capire perché alle persone a cui é stato ripetutamente detto che per ridurre il tessuto adiposo é necessario allenamento aerobico continuativo, pensino in questo modo. Gli sprinter fanno praticamente ZERO allenamento aerobico continuativo, eppure hanno meno percentuale di grasso. Come é possibile? La ragione é da riconoscersi nell'intensa natura dell'allenamento. Piú alta é l'intensità (con intensità si intende la capacità di Massime Pulsazioni del Cuore), piú calorie si consumano al minuto. Inoltre e piú importante, il metabolismo rimane accellerato per 24-48 ore dopo l'allenamento!
La potenza dell'Allenamento a Intervalli
La
maniera per aumentare l'intensità di allenamento é effettuare
l'allenamento a intervalli, ovvero effettuare esercizi con periodi di
alta intensità con altri di media intensità. Studi hanno dimostrato che
l'allenamento a intervalli é piú efficace per ridurre la percentuale di
grasso mentre migliora entrambe la capacità aerobicha e anaerobica. Un'alternativa é praticare uno sport che segua questi princìpi.
Frequenza cardiaca per dimagrire
Questo articolo ha lo scopo di chiarire una volta per tutte qual è la frequenza cardiaca ideale
per dimagrire, vista la molta confusione e le informazioni sommarie che
circolano sull'argomento. Troppo spesso gli istruttori ed i personal
trainer risolvono il problema consigliando una frequenza cardiaca
compresa tra il 60 ed il 70% della FCmax, poiché a questo livello di intensità si colloca il maggior consumo di grassi,
quindi teoricamente la massima attività lipolitica dell'esercizio. Una
teoria, questa, piuttosto arcaica, che dev'essere necessariamente
rivisitata.
Osservando
l'immagine sovrastante, apriamo una piccola ma importantissima
parentesi sui carburanti energetici dell’organismo. Come mostrato in
figura, in condizioni normali gli zuccheri intramuscolari ammontano a
circa 300-500 grammi, a cui si aggiungono i circa 100-150 grammi epatici
e l'esigua quantità di glucosio che circola nel sangue, dove viene
mantenuta a livelli abbastanza costanti (glicemia). Un altro carburante
importantissimo è dato dai grassi, stipati in quantità elevatissime nel tessuto adiposo ed in minor misura tra le fibre muscolari.
Nell'immagine non è invece indicato il terzo carburante dell'organismo,
utilizzato soprattutto quando si accende la spia di riserva degli
zuccheri; stiamo parlando degli amminoacidi muscolari e del pool amminoacidico presente nel sangue. Volutamente, è stato tralasciato il contributo della creatina, poiché esula dai fini di questo articolo.
A questo punto, prima di parlare della frequenza cardiaca ideale per dimagrire, è essenziale illustrare due concetti chiave:
i
carboidrati, detti anche glucidi o zuccheri, sono il carburante più
efficace, in grado di portare la macchina umana ai massimi livelli
prestativi;
a
parità di peso, i lipidi apportano più energia degli zuccheri in
termini assoluti (9 Kcal/g contro le 4 dei carboidrati), ma non in
termini relativi, perché maggiore è la quantità di ossigeno necessaria
per generare questa energia. Ne consegue che il carburante lipidico
produce livelli prestativi inferiori a quelli generabili con l'utilizzo
degli zuccheri.
Il
fattore limitante per il consumo di lipidi a scopo energetico è quindi
dato dalla disponibilità di ossigeno a livello delle singole fibre
muscolari; più energia è richiesta dallo sforzo e più ossigeno si
consuma. Ma da cosa dipende la quota di ossigeno utilizzabile dai muscoli? Il limite principale non si colloca a livello polmonare, ma periferico; ciò significa che polmoni più
grandi o vie aeree di calibro maggiore non garantiscono grossi aumenti
prestativi. Piuttosto, incidono significativamente sulla performance la
concentrazione plasmatica di globuli rossi ed emoglobina,
e a livello muscolare la densità del letto capillare, la composizione
in fibre (bianche e rosse), nonché il numero, la dimensione e
l'efficienza degli enzimi che catalizzano le reazioni energetiche. Tanto
più questi sistemi sono efficienti e tanto maggiore è la percentuale di
lipidi bruciata durante sforzi di intensità importante; gli zuccheri
sono infatti limitati, quindi l'organismo cerca di risparmiarli
utilizzando prevalentemente grassi.
Da quanto esposto si può facilmente dedurre che:
quanto più l'intensità dell'esercizio sale e tanto maggiore diviene il contributo percentuale del carburante zuccheri. Viceversa, per non attaccare le limitate riserve di questi nutrienti, negli sforzi più leggeri l'organismo brucia prevalentemente grassi.
Alcuni dati significativi:
SE
L'ATTIVITA' FISICA E' DI BASSA INTENSITA' E DI BREVE DURATA (AD ES.
CORRERE PIANO, "SENZA FIATONE" PER ALMENO 20-30 MINUTI), LIPIDI E
CARBOIDRATI CONTRIBUISCONO IN EGUAL MISURA ALLA COPERTURA DELLA
RICHIESTA ENERGETICA. VICEVERSA, SE L'ATTIVITA' FISICA E' DI BASSA
INTENSITA' MA SI PROTRAE PER ALMENO UN'ORA, VI E' UN PROGRESSIVO
DEPAUPERAMENTO DELLE RISERVE DI GLICOGENO, DI CONSEGUENZA UNA MAGGIORE
UTILIZZAZIONE DEI LIPIDI, CHE ARRIVANO A COPRIRE L'80% DELLA RICHIESTA
ENERGETICA.
In
particolare, si stima che 60 - 90 minuti di esercizio molto intenso
siano sufficienti per ridurre in maniera notevole le scorte di carboidrati. Se al termine dell'esercizio queste sono vicine all'esaurimento saranno poi necessarie 24 - 48 ore per ricostituirle.
Per
quanto detto, un modo teoricamente efficace per dimagrire sarebbe
quello di allenarsi quando le scorte glucidiche sono già state
significativamente ridotte da un precedente allenamento, da una dieta
ipocalorica o dal digiuno notturno. Una soluzione, questa, potenzialmente utile, ma con una serie di limiti che abbiamo analizzato nell’articolo dedicato.
I
punti appena illustrati stanno alla base della già citata teoria
secondo cui l'ottimale frequenza cardiaca per dimagrire si collocherebbe
intorno al 60-70% della FCmax (a tale intensità di esercizio la miscela
di carburanti utilizzata è molto ricca di grassi). Purtroppo, si tratta
di un ragionamento semplicistico e fondamentalmente sbagliato, per
tutta una serie di ragioni:
1)
se vogliamo essere in grado di bruciare grassi a scopo energetico
dobbiamo prima di tutto preoccuparci di aumentare la quota di ossigeno
che arriva ai muscoli. Come fare, quindi, per elevare la densità di mitocondri, enzimi e capillari a
livello muscolare? Basta semplicemente impegnarsi in allenamenti di
lunga durata (minimo 50') con una frequenza cardiaca pari al 60-70%
della FCmax; in pratica, basta fare quanto la maggior parte degli
istruttori consiglia per dimagrire. Tale regola vale soprattutto per i
sedentari o per chi viene da un lungo periodo di sospensione degli
allenamenti. Il programma andrà mantenuto per un periodo variabile dalle
quattro alle dieci settimane, durante le quali, comunque, si potranno
inserire degli allunghi e brevi tratti ad intensità leggermente
superiore. Scopo di questa prima fase è riuscire a correre per almeno 40
minuti a bassa intensità senza pause e con relativa facilità.
2) E' ormai risaputo che il consumo calorico della
camminata è pari a circa 0,5 KCal per kg di peso corporeo, poco più
della metà di quanto si brucia correndo. Dunque, un soggetto di 100 Kg
che corre per 10 km brucia circa 1000 KCal, indipendentemente
dall'intensità d'esercizio. Infatti, il consumo calorico per km della corsa lenta è
molto simile a quello per km della corsa svolta al massimo delle
proprie possibilità; ciò che cambia, in questi casi, è soltanto la
miscela di carburanti utilizzata: più ricca di grassi nel primo caso e più ricca di zuccheri ed amminoacidi nel secondo. Da
qui nasce la già citata raccomandazione di mantenere una frequenza
cardiaca pari al 60-70% della FCmax, in modo da massimizzare il potere
dimagrante della corsa. Due sono le obiezioni importanti a riguardo; la
prima è semplicissima, ma nessuno sembra pensarci: nell'esempio abbiamo
parlato di chilometraggio, non di tempo. La domanda sorge quindi
spontanea e provocatoria: "Se in palestra abbiamo solo un'ora per
allenarci, faremo più chilometri correndo a bassa o ad alta intensità?
La risposta, ovviamente, è scontata. Ma allora, se in questo arco di
tempo il nostro individuo da 100 kg percorre tre km in più, per quanto
detto brucia anche 300 KCal in più. Per lo stesso motivo, il consumo di
grassi sarà inferiore in termini relativi (grammi per km), ma non più di
tanto in termini assoluti (grammi totali). Inoltre, non dobbiamo
dimenticare le 300 KCal bruciate in più, che per le leggi della
termodinamica si rivelano di indubbia utilità per dimagrire.
Esiste
poi un terzo elemento, poco conosciuto, che spiega come mai la
frequenza cardiaca per dimagrire debba comunque essere impegnativa.
Stiamo parlando del debito di ossigeno.
Al termine di un esercizio fisico le attività metaboliche non ritornano
immediatamente al loro livello di riposo, ma necessitano di un tempo
più o meno lungo a seconda dell'intensità e della durata dell'esercizio.
Più lo sforzo è stato impegnativo e tanto più questo periodo è lungo.
In pratica, quindi, stiamo sottolineando come lo sportivo continui a
bruciare più calorie del normale anche per un certo periodo dal termine
dell'esercizio, periodo che sarà tanto più lungo quanto più intenso e
duraturo è stato lo sforzo che l'ha preceduto. Tale fenomeno si spiega
con la necessità di ripristinare le scorte energetiche, smaltire l’acido lattico,
trasformarlo in glicogeno (ciclo di Cori), riossigenare la mioglobina e
riparare le strutture macro e microscopiche lesionate dall'esercizio.
Inoltre, non va sottovalutato il contributo dell'ipertermia (il metabolismo basale aumenta
del 13% per ogni grado di aumento della temperatura corporea) e
dell'assetto ormonale, con attivazione degli ormoni dello stress, acuto
(catecolamine) e cronico (glucocorticoidi).
4)
Se vogliamo sfruttare al massimo quanto esposto nel punto precedente
dobbiamo affidarci all'interval training, che consiste nell'alternare
tratti percorsi ad elevata intensità ad altri di recupero. In questo
modo si crea un debito di ossigeno molto grande, lo si recupera
parzialmente e se ne crea una nuovo; l'intensità dell'allenamento arriva
alla stelle e con essa il consumo calorico. Giustamente, con questa
tecnica la percentuale di grassi utilizzata sarà abbastanza bassa, ma le
calorie bruciate saliranno vertiginosamente sia durante che dopo
l'esercizio. Per tutti questi motivi, riteniamo sia giunto il momento di
abbandonare le vecchie teorie secondo cui la frequenza cardiaca ideale
per dimagrire dovrebbe collocarsi tra il 60 ed il 70% della FCmax;
chiedete quindi al vostro istruttore di prepararvi delle schede
incentrate anche su lavori di intensità, senza dimenticare i giusti
periodi di recupero.
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